Eraclea, il sindaco Teso: i rinforzi della polizia non bastano
di Giovanni Cagnassi
ERACLEA. Contro l’abusivismo in spiaggia, i vù cumprà e gli ambulanti Eraclea sceglie di chiudere la spiaggia. Lo ha annunciato il sindaco, Graziano Teso, dopo l’incontro voluto dal vice governatore del Veneto Luca Zaia con tutti i sindaci riuniti a palazzo Balbi per parlare di sicurezza. L’argomento che Zaia ha lanciato con forza la scorsa settimana e che continua a far discutere all’inizio della stagione estiva 2007. Il sindaco Teso non crede che i semplici rinforzi estivi degli organici di polizia o carabinieri possano risolvere i problemi che affliggono anche un’isola tutto sommato felice come Eraclea. Anche qui, nel cuore della costa veneziana, immersa in una rigogliosa pineta, Eraclea Mare deve infatti fare i conti con extracomunitari spesso clandestini che si trascinano sotto la canicola estiva lungo la spiaggia in cerca di piazzare la mercanzia a qualche turista annoiato. «Parlare di rinforzi a mio avviso non significa risolvere il problema- spiega Teso- Io ci litigo su questo con il mio amico Luca Zaia perché credo che aumentare la presenza delle forze dell’ordine, oltretutto difficile da ottenere, non possa essere sufficiente. Non è il messaggio giusto che possa servire da deterrente. Io credo che l’unica soluzione possa essere invece quella adottata anche da altre spiagge in Italia, come la Liguria e molte altre ancora, che chiudono l’arenile e realizzano degli stabilimenti privati, o anche pubblici, a pagamento, con tutti i servizi, gli ombrelloni e quant’altro».
Un annuncio destinato a fare scalpore in una spiaggia spesso immobile e un po’ passata come quella di Eraclea, famosa per le spiagge libere, il mare cristallino, le dune. Una spiaggia sempre un po’ isolata rispetto alle più blasonate della costa veneziana, dove per anni poche vocianti famiglie hanno fatto il bello e cattivo tempo, ma che adesso deve adeguarsi alle nuove esigenze del turismo internazionale e fare in conti con quello che può offrire. E tra le sue peculiarità potrebbero esserci proprio la sicurezza e la tranquillità di poter prendere il sole in una spiaggia sorvegliata e sicura, dove non entra nessuno se non chi ha pagato. E Teso vuole fare questo, anche se troverà più di qualche nemico. «Invece io penso che una bella spiaggia controllata e chiusa, con tutti i servizi all’avanguardia – precisa il primo cittadino di Eraclea – ci darebbe un’immagine diversa e ritengo che risolverebbe il problema in modo deciso».
Eraclea come Grado. Forse un po’ di differenza c’è, se non altro per la storia e i trascorsi asburgici della spiaggia friulana, ma probabilmente la prossima estate, una volta che il piano dell’arenile sarà avviato e quasi terminato, la spiaggia di Eraclea potrebbe avere un volto estremamente diverso rispetto a quello attuale che è un po’ privo di identità precisa. E sarebbe la prima a fare il grande passo che qualche anno fa era stato solo annunciato da Jesolo, città balneare che si era attirata subito gli strali di ambientalisti, comitati, amanti della spiaggia libera. Resterà la spiaggia liberà e selvaggia, come prevede d’altronde la legge sul Demanio, ma ci sarà più controllo in una spiaggia che vuole diventare d’elite.
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